Francesco Cortese si racconta, alla prima nazionale, agli arbitri sambenedettesi
La Sezione di San Benedetto del Tronto ha avuto il piacere di ospitare l’assistente in organico alla Commissione Arbitri Nazionale di Serie A e B Francesco Cortese, della Sezione di Palermo.
Dopo il benvenuto a cura del Presidente di Sezione Francesco Narcisi, a prendere la parola è stato proprio Cortese, che ha esordito raccontando la sua carriera arbitrale iniziata a 21 anni con il Corso Arbitri, per poi approdare al Comitato Regionale Arbitri e passare poco dopo nel ruolo d’assistente. Cortese ha avuto modo di raccontare la prospettiva del campo vista da un angolo diverso da quello dell’arbitro. Una scelta, quella dell’assistente, di un ruolo delicatissimo che non si limita al fuorigioco, ma va ben oltre, con i concetti di Semi-Automated Offside Technology e teamwork.
Si è trattata per Cortese della prima riunione a livello nazionale: non ha nascosto quindi emozione e felicità, specie quando ha raccontato ai giovani associati il suo esordio nella massima Serie, avvenuto lo scorso 6 novembre in Monza-Verona.
La riunione partecipata dalla platea ha toccato molti aspetti utili per gli arbitri e assistenti presenti, al fine di comprendere meglio l’importanza, per la preparazione di una gara, di un buon team working, per una giusta cooperazione in campo.
La priorità per un assistente risulta essere indubbiamente il fuorigioco, ma soprattutto la collaborazione tecnica con l’arbitro, con i relativi supporti sui provvedimenti disciplinari.
“C’è bisogno di adeguarsi ad una nuova figura che è in continua evoluzione – ha detto Cortese -. Si può affermare che tendenzialmente ogni assistente risulta essere pronto sul fuorigioco, sulla sua segnalazione, ma ad ogni situazione di fuorigioco è chiamato ad individuare la tipologia dello stesso, in quanto vi sono tante diverse tipologie con le loro caratteristiche e peculiarità”.
La riunione è proseguita quindi con la spiegazione della nuova interpretazione del fuorigioco, sul caso deviazione-giocata, soffermandosi soprattutto sul concetto di giocata intenzionale, che designa una situazione in cui un calciatore ha il controllo del pallone con la
possibilità di passarlo al compagno o guadagnarne il possesso.
L’assistente non può quindi prescindere dalla sensibilità tecnica, deve collaborare e non ha il solo compito del fuorigioco. Un compito fondamentale infatti designato all’assistente è coadiuvare l’arbitro in una situazione di fallo dentro o fuori dall’area di rigore, una zona delicatissima, di competenza degli assistenti, in cui serve una collaborazione tempestiva e chiara.
La riunione si è conclusa con un motto che ha ripreso nelle sue conclusioni anche il Presidente Narcisi: “se puoi sognarlo, puoi farlo”; solo credendo davvero nei propri sogni si può realizzare il sogno del traguardo della massima Serie.
Nella gallery, alcune foto della serata.
Andrea Borrino
(fonte: aia-figc.it)